RUOLO e ATTIVITA’ ISTITUZIONALI DELL’ORDINE
IL RUOLO DELL’ORDINE
L’Ordine dei Periti Industriali è un Ente Pubblico non Economico la cui finalità principale consiste, nell’ambito della rispettiva circoscrizione provinciale, nella tenuta dell’Albo Professionale e del Registro dei Praticanti, nella cura degli interessi della collettività in generale, e, in particolare, il controllo della conservazione del decoro e della dignità professionale dei propri iscritti.
La norma costitutiva della categoria dei Periti Industriali è il Regio Decreto n. 275 del 11 febbraio 1929, ancora oggi norma di riferimento, più volte integrato in relazione alle mutevoli necessità della professione.
L’obbligatorietà dell’iscrizione negli Albi professionali, per determinate professioni, fra cui quella di Perito Industriale, viene sancita per la prima volta con la legge 897 del 25 aprile 1938. Da questo momento i Periti Industriali sono coloro che, hanno la facoltà di esercitare attività riservate per effetto dell’iscrizione all’Albo Professionale.
La modifica all’ordinamento professionale dei Periti Industriali avviene con la Legge n. 17 del 2 febbraio 1990. La Legge sancisce l’obbligatorietà del praticantato e del conseguente esame di Stato per abilitare alla libera professione (art. 33, comma 5, della Costituzione Italiana).
I titoli di accesso. Laurea triennale (art. 55, comma 2, del DPR n.328 del 05/06/2001), Laurea Specialistica (Decreto n. 509 del 03/11/99), Laurea Magistrale (Decreto n. 270 del 22/10/2004), Laurea Professionalizzante (LP-01 / LP-02 / LP-03).
IMPORTANTE: per effetto della Legge n. 108 del 29/07/2021 con il Diploma di Maturità Tecnica Industriale e Diploma ITS/IFTS sarà possibile abilitarsi entro la Sessione del 2024 (compresa).
L’OGGI
Partendo dalla definizione di “Perito Industriale”, derivante dal latino Peritus e industrius ossia colui che è esperto nella produzione di beni e materiali su larga scala, è facile capire come sia ampio il raggio di azione dei nostri tecnici.
Ricordiamo che i periti industriali sono sempre stati protagonisti del loro tempo; nel secondo dopoguerra, quando si afferma il sistema italiano delle piccole medie industrie molti Periti decidono di “mettersi in proprio” diventando risorsa per il Paese, è a loro che si deve gran parte del miracolo economico degli anni ’50 e ’60 del secolo scorso.
Il Perito Industriale del nuovo millennio è colui che crea, che costruisce e trasforma l’ambiente, ma anche colui che controlla, progetta, collauda le costruzioni, gli impianti, i veicoli.
I Periti Industriali, siano essi lavoratori autonomi o dipendenti, ricoprono vaste aree di competenza a seconda della specializzazione intrapresa durante il percorso di studi: dall’elettrotecnica all’edilizia, dalla chimica alla meccanica, dall’informatica alla termotecnica, per citarne alcune.
In ragione dell’ultima riforma degli Istituti tecnici (c.d. Riforma Gelmini), vi è stata una notevole razionalizzazione delle specializzazioni, cosicché i precedenti 26 indirizzi sono stati ricondotti in 9 macro aree:
- Meccanica, meccatronica ed energia
- Trasporti e logistica
- Elettronica ed elettrotecnica
- Informatica e telecomunicazioni
- Grafica e comunicazione
- Chimica, materiali e biotecnologie
- Sistema moda
- Agraria, agroalimentare e agroindustria
- Costruzioni, ambiente e territorio
Per iscriversi all’Ordine dei Periti Industriali, occorre:
- Laurea Triennale (DPR 5 giugno 2001 n. 328) / Laurea Magistrale o Specialistica (Decreto n. 509 del 03/11/99 e Decreto n. 270 del 22/10/04)/ Laurea Professionalizzante (LP-01 / LP-02 / LP-03);
- Iscriversi al Registro dei Praticanti; ai laureati triennali è richiesto di svolgere un tirocinio di 6 mesi, che deve essere completato possibilmente durante il percorso di studio.
- Superare l’Esame di Stato che fornisce l’abilitazione all’esercizio della professione; ad eccezione delle Lauree Professionalizzanti che abilitano direttamente all’esercizio della professione pertanto, per questi specifici percorsi di studio, l’Esame di abilitazione non è previsto.